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Non investire in ICT: 5 “ottime” ragioni

Zio Paperone - Scrooge ©Disney

Indice dell'articolo

Avete letto bene: qui vi elenco 5 ragioni per NON INVESTIRE in ICT.
Ma vi spiegherò anche il perché sono ragioni opinabili.

Non investire in ICT per opportunità

Le prime 2 ragioni sono quelle che io chiamo “ragioni di opportunità”, cioè quelle ragioni per cui sembra non ci sia l’occasione per farlo.

1- MANCANZA DI FONDI
Questa è la madre di tutte le scuse… “Ma se i soldi non ci sono, non ci sono, eh!”
A meno che non abbiate già effettuato un assessment finanziario (se volete conosciamo chi è molto bravo in questo ambito) il cui risultato è che, effettivamente, non c’è più il becco di un quattrino in cassa, credo sempre poco a questa storia.
Per esperienza so che le Aziende sono organismi complicati dove spesso ci si basa sulle sensazioni più che sui numeri veri e che, ahimè, di rado si è davvero consapevoli dei mille rivoli di spreco che drenano risorse finanziarie che potrebbero essere investite in crescita e sviluppo.
In tempi di “vacche grasse” sono tutti buoni a spendere, in tempi come questi decisamente meno.
La domanda è: siete certi di dove finiscano davvero le risorse?
Non fatemi dire che un software ad hoc potrebbe monitorarvi la situazione in tempo reale…
vabbè, ormai l’ho detto.

2 – IN AZIENDA MANCA QUALCUNO CHE CI CAPISCA QUALCOSA (in ambito informatico, si intende!)
Una parola per voi: outsourcing. Che è un modo cool per dire che potete serenamente subappaltare la gestione IT e ICT ad un’impresa esterna che se ne occupi nel modo corretto e che possa assistervi nella transizione digitale. D’altra parte, quando ho mal di denti vado dal dentista, di certo non ho l’ambizione di curarmi da sola né penso bene di rinunciare a curarmi solo perché non capisco nulla di odontoiatria!
Voi fate il vostro mestiere, i tecnici il loro e tutto va per il meglio.

Non investire in ICT per paura

Si sa, buona parte delle decisioni che prendiamo (o non prendiamo) dipendono dalla paura.
Sono qui per tranquillizzarvi su due obiezioni dettate dal nostro più primordiale degli istinti.

3 – INCERTEZZA SUI RENDIMENTI DEGLI INVESTIMENTI ICT
Comprensibile: la materia è complessa ed avere una visione delle ricadute economiche non è facile.
Vi sottopongo un problema, come a scuola: se per svolgere una mansione X un addetto impiega 10 minuti e dopo un processo di “modernizzazione” ne impiega solo 1, qual è la percentuale di efficientamento ottenuta grazie agli investimenti?
E’ del 90%.
Se la robotizzazione in fabbrica ha aumentato grandemente la produttività (e lo sapete bene), cosa vi fa credere che la digitalizzazione dei processi software (amministrativi, contabili, finanziari, gestionali…) non possa fare altrettanto? Come dicono sui social: chiedo per un’amica.

4 – PREOCCUPAZIONI LEGATE AD OBSOLESCENZA E SICUREZZA
Rispondo a queste preoccupazioni con una parola: cloud.
La tendenza dello sviluppo informatico sta spostando “in remoto” buona parte – e si avvia verso la quasi totalità – delle funzioni e dei software utilizzati.
La remotizzazione in cloud dei sistemi offre due vantaggi enormi: il primo è che l’obsolescenza fisica delle infrastrutture “è un problema di qualcun’altro”, cioè del fornitore. Questo rimuove totalmente dalle spalle dell’impresa sia gli oneri di acquisto che di mantenimento e aggiornamento delle infrastrutture e dei software. Il secondo è che i sistemi cloud possono garantire altissimi standard di sicurezza (backup, crittografia, GDPR…), in definitiva anche più alti di quelli on premise (cioè “in casa” in azienda), anche dal punto di vista fisico. I datacenter hanno guardie armate all’ingresso: il vostro server aziendale ha una guardia h24 che lo controlla? Non credo proprio.
Se non è così invitatemi a visitare il vostro CED: ci verrò. Di persona. Lo giuro.
Ovviamente è necessario affidarsi a partner tecnologici all’altezza e non al cugino col server nel sottoscala…

Ultima ma non ultima…

Questa è la mia preferita.

5 – PIGRIZIA MENTALE
Siamo umanamente portati a non cambiare ciò che appare funzionare. Anche quando non funziona.
Lo vediamo in tantissimi ambiti della vita: dalle relazioni al guardaroba, fino agli strumenti che utilizziamo per lavorare. E non è per affezione.
Vi lascio un invito: chiedetevi con onestà intellettuale se certa reticenza al cambiamento sia dettata da ottime e granitiche ragioni pratiche o se, banalmente, non ne avete voglia e alla fine “ma sì, fin che la barca va…”

Sapete, anche a Černobyl’ erano convinti che i loro sistemi funzionassero bene…

In conclusione

Quali che siano le vostre ragioni, non lasciate le redini delle decisioni in mano ad avarizia, paura e pigrizia.
Se volete fare una chiccherata e capire effettivamente quali possono essere le prospettive che uno sviluppo ICT può concretizzare, sapete dove trovarci!


Elena Iseni
Mkt & Comm Nubys


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